Si dice che il momento del voto sia la più alta espressione del rituale democratico e che votare sia un segnale della libertà di un paese. Ma già a pochi giorni dal voto lo Stato limita la nostra libertà. Oltre a leggi elettorali fatte apposta per far vincere i grandi partiti – e questo basterebbe a smascherare l’ipocrisia del voto libero-, lo Stato non ci permette di mostrare sondaggi sulle elezioni prima del voto, per esempio. L’incredibile contraddizione pare non disturbare i più che pensano che sia normale. E, sorpresa sorpresa, non è normale. Sono infatti una sparuta minoranza i paesi democratici che bloccano la pubblicazione dei sondaggi. In genere paesi con esperienza di recenti dittature militari come Grecia, Argentina, Honduras, Romania. E l’Italia.
Infatti pochi sanno che l’Italia è uno dei paesi con il più lungo stop a sondaggi pre-elezioni al mondo, ben 15 giorni prima delle elezioni. Più di noi solo Honduras e Corea del Sud. In Europa siamo gli unici ad avere 15 giorni di stop pre-elettorale insieme alla Grecia. Seguono Romania e Cipro (7) e Spagna (5). Tutti i dati vengono da questo studio.
E a quelli che obiettano che in realtà esistono i sondaggi clandestini – già questa parola non vi fa venire i brividi? – è tutto vero ma se denunciati o scoperti (inclusi siti e blog) possono incorrere in pene severe.
Come è possibile che la maggior parte delle cosiddette “democrazie avanzate” non abbiano questo divieto e invece quasi tutte quelle che le vietano abbiano seri problemi di democrazia o siano appena uscite da decenni di dittatura militare? Allora cosa dovremmo pensare dell’Italia coi suoi 15 giorni di divieto?